Vedete, io l'amavo. Era amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista!

mercoledì 3 dicembre 2014

Angolo Letterario: Lolita - Vladimir Nabokov

Antefatto


Nel mezzo del cammin della mia vita ho avuto la necessità di ripartire e di solito si fa nel mondo più eclatante possibile...per arrivare, però, a capire di dover iniziare un cammino nuovo devi necessariamente considerare concluso quello che stavi seguendo fino a poco prima...molti ci arrivano con il ragionamento, altri con il tempo, io con accadimenti sconvolgenti.
Avendo toccato il fondo, provando anche a scavare un pochino, ho capito che era il caso di alzare la testa e riprendere a guardare le stelle.
Primo passo in questa direzione è stato, senza dubbio, scegliere la compagnia di un buon libro rispetto a cose meno edificanti.
La scintilla è nata grazie all'istituzione di una sorta di club del libro disorganizzato, in cui ognuno legge una cosa diversa e punzecchia l'altro affinchè sviluppi curiosità verso il tuo titolo.
Partiti da 50 sfumature, abbiamo virato verso amori complicati, poi verso la poesia maledetta, poi amori malati arrivando a Lolita, quello che mi sembrava il più disturbante fra gli amore complicati e malati.

Lolita



Mi scuso se dovessero esserci spoiler ma è inevitabile anche se, trattandosi di un libro conosciutissimo, difficilmente scriverò cose assolutamente inedite e che rovineranno la lettura.
Parto esattamente dalla trama, tutti sappiamo di cosa si parla, abbiamo visto un film, sentito il termine o cmq conosciamo a cosa ci si riferisce con il termine Lolita, divenuto impropriamente identificativo di una certa perversione, inqualificabile, nei confronti dei bambini.
Questo è il più grande punto critico nella lettura dell'opera di Nabokov, superare quello che per noi e per la nostra morale è intollerabile.
Dobbiamo spogliarci dal ruolo di censori, smontare ogni pregiudizio ed ascoltare dal consapevole punto di vista del protagonista cosa è e cosa ha significato il suo amore, malato e sbagliato, verso Lolita.
Riuscendo in questa opera di semplificazione del nostro ruolo (da opinionista a semplice lettore), molto probabilmente, ci troveremmo di fronte ad uno dei libri più belli, dalla scrittura più piacevole della nostra vita.
Del resto, lo stesso Nabokov, suggerisce di giudicare un libro dal suo essere un buon libro o un cattivo libro, senza dover necessariamente passare per un'esame dei contenuti o dei messaggi che vuole mandare.
Lolita è un libro esteticamente eccellente, insuperabile e raggiunge queste vette passando per un contenuto discutibile e discusso, duro e doloroso.
Si trovano alcuni fra i passi che meglio descrivono quello che possa essere l'amore, poco importa se riferiti ad un amore tanto sbagliato.
Addirittura è commovente nel momento in cui tutto cambia, si rientra in un binario di normalità accompagnato da un profondo velo di disperazione.
Un uomo mai cresciuto, sentimentalmente, che cerca affannosamente quell'amore giovanile che gli fu strappato, lo ritrova in Lolita e grazie ad essa può viverlo, crescere e farlo maturare verso qualcosa di accettato.
Una storia sempre fra due estremi, la perversione appagata per quasi tutto il romanzo e il grande crescendo finale in cui un amore canonico non è più corrisposto.
Penso che tutto possa riassumersi con queste frasi:

La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l'eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l'amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.

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